La Corte dei conti riconosce il ruolo della Computer forensics nelle investigazioni tributarie.
Da qualche giorno, è stata pubblicata sul sito della Corte dei conti la Deliberazione 24 maggio 2018, n. 8/2018/G su “L’e-commerce e il sistema fiscale” approvata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato.
Si tratta di un’ampia relazione nella quale, muovendo dalla presa d’atto dei cambiamenti introdotti dall’economia digitale, viene evidenziata la necessità di rimodulare la normativa fiscale internazionale, dell’Unione Europea e nazionale. Inoltre, viene analizzata l’attività svolta dal Dipartimento delle finanze, della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate per il contrasto dei fenomeni evasivi ed elusivi della normativa fiscale in materia di economia digitale.
La necessità di strumenti per la computer forensics
Con riferimento a quanto sin qui esposto, costituiscono motivo di particolare interesse, i passi della Relazione nei quali la Corte, sottolineando la necessità che l’amministrazione fiscale si doti di nuovi strumenti di intervento per ridurre le entrate sottratte al bilancio pubblico, fa riferimento alla Computer forensics:
[…] Al fine di adeguare i dispositivi di controllo alla crescente digitalizzazione dell’informazione e superare le citate difficoltà operative, il Corpo [della Guardia di Finanza, n.d.s.] ha istituito una specifica figura professionale, attribuendo, all’esito di un apposito percorso di formazione, la qualifica in “computer forensics e data analysis” (CFDA) […]
L’esigenza di corsi di informatica forense e strumenti di computer forensics è quindi indispensabile per chi è impegnato in attività investigativa.
Tale novità viene più volte menzionata come un importante strumento di prassi investigativa che ha già permesso di individuare stabili organizzazioni non dichiarate di grandi gruppi multinazionali dell’economia digitale attraverso l’acquisizione forense di documentazione informatica, attività particolarmente complessa per l’utilizzo di sistemi di criptazione dei flussi informativi, ovvero di sistemi di archiviazione remotizzati (c.d. “cloud”).
La certificazione del ruolo della computer forensics
La Relazione costituisce senz’altro la certificazione che la computer forensics è una scienza forense imprescindibile: uno dei primi riconoscimenti dell’importanza dell’informatica forense per l’adeguamento delle tecniche investigative ai nuovi fenomeni economici dell’economia globalizzata.
Allo tempo stesso, la notazione della Corte certifica come il livello di professionalizzazione in tale nelle tecniche di Computer forensics sia ancora insufficiente, e ciò in contrasto con la necessità di miglioramento dell’attività di finanza pubblica mentre l’economia si dirige a marce forzate verso la digitalizzazione globale.
A latere della Corte dei conti, va notato come la professionalizzazione in Computer forensics, ovvero nella gestione dei dati digitali a fini giudiziari e contenziosi, andrebbe sviluppata non solo per le forze di polizia, ma anche per il personale della pubblica amministrazione e soprattutto per tutti gli operatori forensi.
In tale ambito, continua ad essere centrale la Convenzione di Budapest sul cybercrimine, ratificata in Italia con Legge 48 del 2008.
Invece, ad oggi, tale azione è ben lungi dall’essere stata anche solo riconosciuta e intrapresa dalle agenzie che avrebbero il compito di governare la trasformazione digitale in atto.
Ancora oggi, l’interrogazione sul sito dell’AGID con le parole chiave computer forensics restituisce il messaggio “La ricerca non ha prodotto risultati”.
Va comunque riconosciuto alla Corte dei conti il merito, non comune nell’ambito del panorama nazionale, di aver indicato nell’adozione delle tecniche di investigazione informatica uno strumento per la massimizzazione dei risultati degli sforzi investigativi nell’economia della società digitalizzata.
E poiché la Computer forensics non è costituita solo da un insieme di tecniche informatiche, ma anche da un ampio apparato normativo che conforma giuridicamente l’operatività dei principi tecnici, sarà interessante osservare il suo impatto nella futura elaborazione giurisprudenziale della Corte dei conti.
Antonio Gammarota