Dalle prime definizioni e progetti normativi sul tema del Processo Civile Telematico, che era già delineato nelle c.d. leggi Bassanini del 1996, sono stati pubblicate alcune centinaia di libri e una quantità di articoli dottrinari che lo hanno collocato opportunamente nella prospettiva della giurisdizione informatica.
Le “Regole tecnico-operative per l’uso di strumenti informatici e telematici nel processo civile” del 2004, considerate al tempo di ardua comprensione dalla comunità dei giuristi, sono divenute un condiviso documento di riferimento su cui si sono basate articolate e mature discussioni e proposte.
Il processo civile telematico. Profili operativi e questioni controverse
Il recente volume Il processo civile telematico. Profili operativi e questioni controverse, di Stefano Previti e Vincenzo Colarocco, uscito a metà del 2016, illustra gli istituti del nuovo sistema informativo che regola l’attività svolta dagli avvocati con il pregio della completezza, praticità e chiarezza integrati dalla giurisprudenza aggiornata alla data di uscita.
Avvocati e giuristi del diritto possono trarre dal libro chiare indicazioni operative in relazione a normativa, tecnicalità necessarie nelle attività di formazione, deposito, invio di atti e notifiche relativi alle varie fasi e gradi del processo.
La disamina è chiarita da schemi, flussi di lavoro e modulistica per i diversi procedimenti ed è completata dall’indicazione di possibili soluzioni ai problemi che possono presentarsi durante le attività di utilizzo del sistema.
Il Processo Civile Telematico (noto anche come PCT), al 30 giugno 2016, è ormai consolidato tra gli operatori del diritto con oltre sei milioni di accessi giornalieri e il deposito di oltre quattro milioni di atti.
Grazie principalmente alle comunicazioni e alle notifiche telematiche la Pubblica Amministrazione ottiene un risparmio di oltre 60 milioni di euro per anno solare.
Per gli studi legali e i loro assistiti, in particolare le imprese, è interessante evidenziare come siano calati i tempi di emissione dei decreti ingiuntivi che passano dai 45 giorni necessari laddove si utilizzi il sistema informativo basato sulla forma cartacea ai 20 giorni per quello telematico e come si ottengano benefici dalla riduzione dei tempi di definizione dei processi, dall’abbattimento delle spese per le domiciliazioni, e dalla possibilità di consultazione in tempo reale degli atti e documenti depositati in giudizio.
Un valore aggiunto, ove siano implementati gli archivi digitali delle sentenze, è rappresentato dalla possibilità di circolazione dei provvedimenti emessi, a tutto vantaggio dell’accrescimento di consapevolezza, trasparenza e qualità delle decisioni.
Dal Processo Civile Telematico al Processo Amministrativo Telematico e Processo Penale Telematico
Anche in relazione ai progetti di Processo Amministrativo Telematico e di Processo Penale Telematico, il lavoro degli Autori – tra cui Vincenzo Colarocco, socio del CSIG Bologna – è utile per la conferma della ineludibilità della reingegnerizzazione ed evoluzione del vigente Processo Civile Telematico, basato come è su superfetazioni informatiche rispetto al processo originale di natura analogica, a procedure che siano invece digitali sin dalla loro concezione e attivazione.
Cesare Maioli