Garante privacy sul captatore

Il Garante privacy si è espresso in merito alle intercettazioni tra presenti realizzate, in particolare, mediante captatore informatico.

I recenti avvenimenti, descritti anche dagli organi di informazione, hanno infatti dimostrato i rischi suscettibili di derivare dal ricorso, a fini investigativi, da parte delle società incaricate, a determinati software le cui peculiari caratteristiche meriterebbero una disciplina specifica.

Ci si riferisce, in particolare, ai captatori informatici, programmi informatici connessi ad app, non direttamente inoculati, quindi, nel solo dispositivo dell’indagato, ma posti su piattaforme (come Google play store) accessibili a tutti.

Ove rese disponibili sul mercato, anche solo per errore in assenza dei filtri necessari a limitarne l’acquisizione da parte dei terzi – come parrebbe avvenuto nei casi noti alle cronache – queste app-spia rischierebbero di trasformarsi in pericolosi strumenti di sorveglianza massiva.

Appare, dunque, opportuna una riflessione in ordine ai limiti di utilizzo di questi software a fini intercettativi, valutando anche la possibilità di un divieto o, in subordine, dell’adozione di ulteriori, specifiche cautele.

Leggi il dettaglio sul sito del Garante.

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