Alcune considerazione sull’insegnamento dell’Informatica giuridica in Italia

insegnamento informatica giuridica in italiaL’articolo di Michele Iaselli pubblicato su Altalex lo scorso 30 maggio analizza lo stato attuale dell’insegnamento dell’Informatica giuridica in Italia, sulle basi di una ricerca condotta per l’a.a. 2016/17.

L’esito è particolarmente interessante anche in considerazione della lettera aperta che un gruppo di professori universitari, professionisti e associazioni (ANORC, SIIG, ANDIG, ITTIG, SIFD e Circolo Giuristi Telematici) hanno inviato al Governo, nel maggio 2016, chiedendo che lo studio dell’Informatica giuridica per le future generazioni di giuristi e operatori informatici sia reso obbligatorio (qui il testo integrale) “al fine di sviluppare le competenze richieste dalla società dell’informazione al pari di quanto accade nel resto d’Europa e a livello internazionale”.

Di contro, il censimento riferito da Iaselli mostra che, ad oggi, l’insegnamento dell’Informatica giuridica ha un ruolo di rilievo solo in poche Università, tra cui Bologna, Milano, Trento e la Luiss. In altre Università la disciplina è presente, ma si tende a trattare esclusivamente un aspetto specifico, importante ma non completo: il diritto dell’informatica.

Il nostro punto di vista sull’insegnamento dell’informatica giuridica

Riteniamo che le esperienze dei corsi obbligatori di Informatica giuridica nelle Scuole di Giurisprudenza, tra cui quella bolognese, abbiano contribuito a maturare la consapevolezza di fattibilità e importanza di percorsi didattici interdisciplinari, incoraggiando la collaborazione con corsi focalizzati su Diritto delle nuove tecnologie per specifici approfondimenti (Diritto dell’Internet, Diritto del Web e dell’e-commerce, Diritto penale dell’informatica, Informatica forense, ecc). Inoltre, nell’ambito della Filosofia del diritto che tradizionalmente ricomprende l’Informatica giuridica, si apprezza la tendenza a tener conto delle problematiche sollevate dall’informatica con l’attivazione di corsi come: Teoria dell’argomentazione ed informatica giuridica, Informatica giuridica e principi di filosofia del diritto, Filosofia del diritto con elementi di informatica giuridica, Metodologia ed informatica giuridica, Logica ed informatica giuridica.

Il risultato delle prime esperienze virtuose è confermato, nel quadro di una auspicabile forte accelerazione della strategia digitale nel nostro Paese, dalla crescita di consapevolezza del giurista – attestata anche dall’incremento della domanda e dell’offerta formativa per il post lauream – di dovere acquisire padronanza dei fondamenti dell’informatica, delle sue applicazioni in ambito giuridico, e dei relativi problemi giuridici e teorico-giuridici per meglio esercitare il suo ruolo professionale.

Le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni non costituiscono semplicemente supporti tecnici nuovi per la creazione, la gestione, la diffusione della conoscenza umana, ma rappresentano per gli studenti delle scuole di giurisprudenza, che saranno chiamati a operare nel contesto di un informazionalismo maturo, un imprescindibile strumento per la comprensione e la gestione della complessità sia nello studio dei fenomeni emergenti delle nuove tecnologie sia nel proporre soluzioni di innovazione tecnologica e sociale efficaci ed eticamente corretti. 

L’Informatica giuridica, che nasce dall’interazione tra diritto e informatica e poggia su sistemi cognitivi distanti tra loro, non si limita a un accostamento relativamente superficiale tra temi informatici e temi giuridici, ma ha una propria dimensione unitaria con cui i fenomeni sociali si estrinsecano. L’integrazione interdisciplinare capovolge la tendenza meramente ricognitiva dell’Informatica giuridica e la riporta a un modello didattico reticolare: i fenomeni devono essere analizzati nella loro configurazione empirica e considerati quali momento di un processo ininterrotto di sviluppo tecnologico e di successivo adeguamento giuridico.

In questo contesto, l’accurata ricerca di Iaselli è sicuramente un buon elemento di stimolo per riflettere sulle basi della nostra disciplina.

Raffaella Brighi

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