Il cyberbullismo entra ufficialmente nell’ordinamento giuridico italiano.
É stata infatti approvata in via definitiva la legge 29 maggio 2017, n. 71 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto al fenomeno del cyberbullismo”.
Pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 3 giugno 2017, è entrata in vigore il 18 giugno 2017.
Il provvedimento ha avuto un iter molto complicato essendo stato approvato in prima lettura dal Senato il 20 settembre 2015 e poi ha fatto la spola a lungo fra i due rami del Parlamento in ragione delle modifiche che di volta in volta venivano apportate.
Se infatti nel corso dell’iter parlamentare era prevalsa inizialmente una linea che agli interventi educativi affiancava anche sanzioni di natura penale, la versione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ha dato una impostazione basata su interventi di prevenzione di carattere esclusivamente educativo.
Cosa possono fare le vittime di cyberbullismo
Il minore che abbia compiuto 14 anni e che sia stato vittima di bullismo informatico e/o il genitore o chi esercita la patria potestà potrà rivolgersi al gestore o titolare del trattamento del sito Internet o del Social Media per ottenere provvedimenti inibitori a sua tutela.
Nel caso in cui il gestore non provveda entro termini definiti dalla legge è prevista la possibilità di rivolgersi al Garante per la Protezione dei Dati Personali.
Come per lo stalking è previsto per i fenomeni di cyberbullismo l’ammonimento del Questore fino a quando non sia stata proposta querela e presentata denuncia per i reati conseguenti a fenomeni di cyber bullismo.
Particolare attenzione è stata data agli interventi da attuare in ambito scolastico: sono stanziate risorse e predisposti interventi di carattere educativo attraverso la designazione di un docente fra tutti gli insegnanti dell’Istituto, con l’obbligo di tempestiva informazione da parte del dirigente scolastico ai genitori dei minori vittima di bullismo informatico.
La legge è un primo passo che però si focalizza solo sulle forme di bullismo esercitate attraverso strumenti informatici, come se il bullismo offline non sia altrettanto rilevante.
Alfonso Buccini