Miglioramento della giustizia penale nel ciberspazio europeo

giustizia penale nel ciberspazio europeoIl documento “EUnited Against Crime: Improving Criminal Justice in Europea Union Space” del novembre 2016 prodotto dall’Istituto Affari Internazionali, cui ha collaborato il l’Osservatorio CSIG Bologna e il CIRSFID dell’Università di Bologna, fornisce alcune raccomandazioni per il dibattito in corso nelle istituzioni comunitarie, su sollecitazione del Consiglio dell’Unione europea che ha ribadito, nel giugno 2016, la necessità di una più efficace giustizia penale nel ciberspazio.

A tal proposito, il 5 maggio 2017, dalle 14 alle 17, si terrà un seminario presso l’Università di Bologna dal titolo “L’Informatica forense nella prospettiva dell’Unione Europea” al quale parteciperanno il Prof. Pierluigi Perri, il Dr. Andrea Paselli, il Dott. Tommaso De Zan e l’Avv. Antonio Gammarota in veste di moderatore. Per iscrizioni mandare un’email a segreteria@csigbologna.it.

Lo studio approfondisce il rapporto tra crimine informatico ed elementi di prova digitale, per Francia, Germania Italia – anche nell’ottica del superamento delle frontiere tra gli Stati cooperanti -, analizza i punti comuni e le differenze che esistono nell’acquisizione degli elementi di prova nei vari Paesi europei, inquadra la situazione della cooperazione sulla giustizia penale tra essi, valuta se uno spazio giudiziario comune possa portare a miglioramenti generali e se la dimensione europea unitaria sia sufficiente per un mondo globalizzato e tecnologicamente guidato dagli USA anche qualora si riesca a dare coerenza il mosaico delle legislazioni nazionali e degli accordi bilaterali tra gli Stati.

I temi del Documento 14369/2015 del Consiglio dell’Unione Europa

Il Documento nella parte di delineazione di politiche risponde alle sfide connesse alla raccolta di prove informatiche nei procedimenti penali che scaturiscono dall’elencazione effettuata nel documento 14369/2015 dal Consiglio dell’Unione Europea in 27 punti che riguardano i seguenti temi:

  • data retention e perdita dei dati
  • procedure di mutua assistenza legale
  • richieste dirette e cooperazione con i service provider stranieri
  • conseguenze legali connesse con la proprietà delle infrastrutture digitali e il luogo in cui si trovano
  • situazioni di indeterminabilità della localizzazione dei dati
  • ammissibilità delle prove informatiche
  • diritti fondamentali
  • valutazione dello stato di diritto

I suggerimenti offerti dal documento 14369/2015 dell’Unione Europea

Il Documento dunque fornisce argomentati suggerimenti di policy alla UE:

  • la definizione di principi per la determinazione di quale sia l’autorità nazionale che applichi la giurisdizione
  • un quadro di riferimento accurato e condiviso sul significato di prova digitale, di fornitore di servizi, di offerta di servizi nella Unione Europea
  • un quadro di riferimento per l’applicazione del principio di mutuo riconoscimento nel campo delle prove digitali come una fattispecie di quanto stabilito dalla Direttiva 7559 del 2014, c. d. European Investigation Order
  • la necessità di un accordo con gli USA sulle reciproche richieste di dati con l’Europa
  • l’individuazione di procedure specifiche sulle modalità di produzione da parte dei service provider degli elementi di prova senza alterare la origine e la integrità dei dati
  • la definizione di un rinnovato regime di data retention a livello europeo in cui sia potenziato il ruolo sia di Eurojust che di Europol

Cesare Maioli

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